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Valutare Bitcoin a Lungo Termine

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Il 3 marzo 2021, Swissquote, società svizzera leader nel settore dei servizi finanziari e del trading, ha tenuto un webinar con più di 300 partecipanti, insieme al team di 21Shares, su come si muoverà il valore del Bitcoin sia nel breve che nel lungo periodo

Nel concreto, questo panel è stato organizzato per rispondere a due domande ben precise:

  1. Quali sono i parametri che dovremmo usare per tracciare le variazioni di prezzo di breve periodo e per valutare il sentiment degli investitori?
  2. Quali sono gli elementi che meglio indicano e forniscono una stima del valore di lungo periodo per coloro che operano su questo mercato?

Per vedere l’intero episodio, clicca qui

Questo articolo si concentrerà soprattutto sulla seconda domanda: la valutazione del mercato delle criptovalute attraverso tre metodologie estremamente intuitive già utilizzate per le valutazioni sul Bitcoin:

  • Il dimensionamento del mercato
  • Il rapporto sui profitti e le perdite non realizzati (NUPL ratio)
  • Il ciclo vitale della tecnologia alla base del Bitcoin

Infine, spenderemo anche due parole sul potenziale di crescita del Bitcoin in questa fase del mercato

Tuttavia, prima di proseguire è importante sottolineare che quella che seguirà non è una lista completa degli elementi che ci permettono di valutare l’andamento delle criptovalute.

Ci sono altri fattori importanti da prendere in considerazione, come la sicurezza del network e il livello di prevenzione degli attacchi informatici, insieme con il crescente utilizzo di fonti d’energia rinnovabile per l’estrazione di Bitcoin, solo per fare alcuni esempi.

Dimensionamento Del Mercato

È stato dimostrato che il Bitcoin ha molte caratteristiche in comune con l’oro; per questo il Bitcoin viene spesso chiamato “oro digitale”. Pertanto, facendo affidamento sul metodo del dimensionamento del mercato, si può ottenere una stima del mercato disponibile totale (TAM) del Bitcoin, che in questo caso specifico equivale alla capitalizzazione del mercato dell’oro, valutata attorno ai 10 trilioni di dollari.

In teoria, se il mercato del Bitcoin raggiungesse il valore di quello dell’oro, il prezzo di una singola moneta digitale supererebbe i 500.000 dollari. Più specificatamente, se si dividesse il valore totale per il numero di Bitcoin creati fino ad oggi (ovvero se dividessimo 10 trilioni per 18,6 milioni), otterremmo che il prezzo del Bitcoin equivarrebbe a circa 535.000 dollari.

Come 21Shares, riteniamo che il Bitcoin abbia la possibilità addirittura di superare il mercato dell’oro. Infatti, il Bitcoin è un asset nativo del mondo digitale, accessibile da chiunque sia dotato di una connessione a internet, in qualunque parte del mondo; inoltre ha un limite di offerta massimo pari a 21 milioni di unità. Ma una caratteristica ancora più importante – se inserita in un contesto di distanziamento sociale, di confini chiusi e di paura per la trasmissione del coronavirus – è che il Bitcoin, a differenza dell’oro, può essere trasferito con la stessa facilità con cui si manda un’e-mail e miliardi di dollari potrebbero essere immagazzinati un una semplice chiavetta USB. In realtà, è sempre consigliato di attendere un’ora o che almeno sei blocchi si aggiungano alla blockchain (occorrono 10 minuti per aggiungerne uno), per essere sicuri che la transizione sia andata in porto. Infine, la blockchain non può essere manomessa, è open-source e accessibile da chiunque.

Quanto elencato fino a ora rende l’idea sul perché il Bitcoin sia meglio dell’oro. Inoltre, bisogna anche ricordare che questa analisi non prende in considerazione le innovazioni incredibili che si fondano sul Bitcoin, come Lightning Network e Stacks, che potrebbero espandere il TAM sia in termini di ordini che di dimensioni, e anche i casi di utilizzo documentati dalla Human Rights Foundation, che dimostrano come il Bitcoin possa agire da sistema monetario non controllabile a tutela dei diritti umani.

A differenza del Bitcoin, l’oro è un asset capace di resistere alla prova del tempo; inoltre, gode di una liquidità significativamente maggiore ed è molto meno volatile rispetto alla criptovaluta, soprattutto perché quest’ultima è ancora una riserva di valore emergente, che dalla sua nascita ha visto aumentare il suo valore di 5 miliardi per cento. Infatti, il primo scambio che ha coinvolto il Bitcoin registrava un valore unitario di questo pari a 0,0009 dollari e fu effettuato da Marti Malmi, uno dei primi sviluppatori della criptovaluta, che pagò 5,02 dollari per 5.050 BTC tramite PayPal per fondare una nuova piattaforma di scambio per asset digitali chiamata New Liberty Standard.

Profitti E Perdite Netti Non Realizzati (NUPL)

Come visto nel paragrafo precedente, il bello della blockchain è il fatto di essere open-source: sebbene le transazioni siano anonime, gli orari e i valori di queste sono ben visibili a chiunque. Questo è un elemento prezioso, che ci aiuta a comprendere meglio la psicologia di chi investe in criptovalute, basandoci sugli utili e le perdite che hanno conseguito. Così come riportato anche in un libro di Morgan Housel intitolato The Psychology of Money: “Investire non è lo studio della finanza; è lo studio di come le persone si comportano con il denaro.”

In parole povere, il NUPL misura i profitti e le perdite degli investitori ed è stato una misura fondamentale per valutare il sentiment degli investitori e identificare i massimi e i minimi del prezzo del Bitcoin negli ultimi 10 anni. Innanzitutto, la capitalizzazione del mercato è un parametro imperfetto per valutare come i singoli investitori valutino le criptovalute, poiché non tiene conto del fatto che questi hanno orizzonti temporali differenti tra loro per venderle. Da qui nasce la “realized capitalization” – ispirata da Pierre Rochard e creata alla fine del 2018 da Nic Carter e Antoine Le Calvez – rappresentante il valore aggregato di ogni criptovaluta non ancora venduta.

Infatti, non tutte le criptovalute hanno lo stesso costo di base. Per fare un esempio, 2 Bitcoin allocati in un portafoglio nel gennaio del 2017 avranno un costo base di circa 1.000 dollari l’uno, dato che il Bitcoin era scambiato a quel prezzo, e quindi un valore totale di 2.000 dollari. Di conseguenza, la formula del NUPL è la seguente: capitalizzazione realizzata meno la capitalizzazione del mercato, il tutto diviso per la capitalizzazione del mercato. Questo rapporto equivale a 1 se il 100% degli investitori stanno conseguendo profitti, per poi scendere sotto lo 0 in caso di perdite.

Bisogna sempre ricordare che investire è anche lo studio di come le persone si comportano con il denaro. A seconda che il mercato sia rialzista o ribassista, il valore del NUPL ratio categorizza lo stato d’animo degli investitori in 5 categorie differenti, come si può vedere dal grafico sottostante. Il rosso rappresenta la capitolazione, l’arancione è speranza o paura, il giallo è ottimismo o ansia, fiducia o negazione sono in verde ed euforia o avidità in blu. Facciamo un esempio concreto.

Lo scorso anno, nel mese di marzo si è verificato un crash di mercato dovuto alla pandemia del Covid-19 e il prezzo del Bitcoin è precipitato dal suo massimo di allora di 7.000 dollari a 4.000 dollari. Una settimana dopo, il prezzo è di nuovo schizzato a 6.000 dollari.

Se si esamina la struttura blockchain, come si può vedere nel grafico sottostante, quando il prezzo del Bitcoin crolla, l’asset passa dalle mani dei trader di breve periodo (cioè che hanno acquistato quei Bitcoin meno di 6 mesi prima della vendita) in quelle di investitori di lungo periodo, che detengono Bitcoin per un periodo di tempo superiore a un anno. Questo spiega il rapido ritorno ai livelli precedenti il crash. Per usare la terminologia del NUPL ratio, quando i trader di breve periodo capitolano e liquidano le loro posizioni, gli investitori di lungo periodo trovano speranza nell’acquistare Bitcoin a un prezzo ridotto.

Il Ciclo Vitale Della Tecnologia

L’ultimo metodo di valutazione riguarda il ciclo vitale della tecnologia alla base delle criptovalute. Con questo vogliamo mostrare perché il processo di adozione delle criptovalute è solo all’inizio.

Prima di tutto, rispondiamo alla domanda “quante persone possiedono delle criptovalute?” Secondo quanto riportato dall’Università di Cambridge, gli utilizzatori di criptovalute sono oltre 100 milioni, ovvero il 2,5% di tutti coloro che nel mondo possiedono una connessione a internet, cioè 4,6 miliardi di persone. La ragione per cui prendiamo come riferimento coloro cha hanno una connessione a internet come massima estensione del mercato, in questo caso, è che questa è necessaria per avere accesso a questi asset.

Per chi non lo sapesse, il ciclo di vita dell’adozione di una nuova tecnologia è un modello sociologico che descrive il processo di accettazione di un’innovazione. Come mostrato a seguire, questo processo segue una curva simile a una campana e categorizza le diverse fasi dell’adozione di un bene o di un servizio a seconda delle peculiarità demografiche e psicologiche. Questo indica il primo gruppo di persone a introdurre la novità come “innovatori”, seguito poi dai “primi ad adottare”. Successivamente si ha una prima maggioranza, una seconda maggioranza e l’ultimo gruppo dei “ritardatari”.

Applicando il concetto precedente alle criptovalute, se solo il 2,5% di tutti coloro che hanno una connessione a internet possiede bitcoin, significa che la soglia dell’adozione su vasta scala non è stata ancora raggiunta. Infatti, siamo ancora nella fase degli innovatori. Tuttavia, l’attrattività del settore è alta, soprattutto per coloro che provengono dalla finanza tradizionale, in cui un gruppo di leader di mercato all’avanguardia, come Paul Tudor Jones, Ruffer, Yale e Harvard si è portata avanti sulla curva dell’adozione.

Sono passati 12 anni dalla comparsa del Bitcoin e ci sono moltissime persone che pensano che ormai sia troppo tardi per trarne beneficio, ma come abbiamo, visto il ciclo vitale è appena all’inizio. Per fare un paragone, possiamo guardare l’esempio di un’altra innovazione tecnologica: nel 1997 Internet era utilizzato a malapena da 100 milioni di persone, esattamente l’equivalente nel 2021 del settore delle criptovalute.

Fonte diapositiva di destra: SkyBridge

L’ultimo punto sul ciclo dell’adozione riguarda la gestione delle risorse. Secondo uno studio che ha coinvolto 620 tra banchieri e consulenti finanziari che gestiscono complessivamente 3 trilioni di dollari in patrimoni, tra coloro che hanno un patrimonio particolarmente elevato, solo l’1% di questo è stato investito in asset digitali. Non è ai livelli dell’oro, che si attesta al 3%, ma riteniamo che le criptovalute lo possano superare nel lungo periodo. Teniamo sempre presente che la gestione patrimoniale è un mercato enorme, stimato sugli 89 trilioni di dollari di asset under management (AUM), secondo il Boston Consulting Group. Inoltre, bisogna sottolineare che gli AUM in strumenti investment-grade, come i prodotti scambiati in borsa, sono solo il 2,5% dell’intero mercato delle criptovalute, ovvero una piccola percentuale.

Conclusioni

Infine, Ark Invest ha affermato che se il mercato delle criptovalute è disruptive come lo è stato l’ultimo momento di mercato rialzista nel 2017, allora il prezzo del Bitcoin potrebbe crescere anche di 20 volte rispetto al valore massimo raggiunto fino a oggi, arrivando a toccare quota 390.000 dollari. Qualcuno potrebbe chiedersi perché dovrebbe registrare un incremento così elevato; ebbene, prima di questo, il Bitcoin ha attraversato 2 cicli – uno nel 2013 e uno nel 2017. Nel 2013, la criptovaluta era scambiata a più di 1.000 dollari ed è arrivata a valerne 19.000 nel 2017. Quasi venti volte maggiore. Ovviamente, al momento questo rimane ancora un punto interrogativo a cui solo il tempo saprà rispondere, ma noi di 21Shares continueremo a monitorare attentamente cosa ci riserva il futuro.

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